La percezione della fornitura di beni pubblici da parte dei cittadini di una comunità locale è importante per supportare le decisioni di policy verso le misure ritenute prioritarie per lo sviluppo del territorio, soprattutto in presenza di risorse scarse a livello locale. In questo lavoro, si analizzano le percezioni degli studenti delle scuole secondarie di primo grado del quartiere di San Cristoforo, situato nella periferia sud della città di Catania, e caratterizzato da una situazione di degrado e criminalità. I dati sono stati raccolti con l’ausilio di tecniche di “self-completion survey” mediante la redazione di brevi elaborati da parte degli studenti finalizzati all’individuazione degli aspetti negativi e positivi dell’offerta di beni pubblici e delle condizioni di contesto del proprio quartiere. La metodologia è utile per approssimare la rivelazione delle preferenze dei cittadini in modo diretto e non veicolato. I risultati dell’analisi empirica mostrano che riqualificazione urbana e contrasto alla criminalità sono gli interventi su cui porre la maggiore attenzione per migliorare il quartiere e favorire lo sviluppo urbano.
- Introduzione
Lo sviluppo delle periferie urbane è un tema di particolare rilevanza ed attualità nel dibattito economico, politico e sociale (Geneletti et al., 2017). Il termine periferia urbana viene utilizzato per descrivere le aree geografiche svantaggiate che, rispetto al nucleo centrale della città, si caratterizzano per un elevato grado di disconnessione economica e sociale, povertà ed emigrazione (Kühn e Bernt, 2013). La maggior parte dei Paesi europei si caratterizza per la presenza di aree metropolitane con vaste periferie urbane e una delle principali sfide che le grandi città devono affrontare, non solo all’interno dell’Unione Europea (UE), è la soluzione delle problematiche relative alle questioni sociali, aspetti urbanistici e fenomeni di degrado che esse presentano. Infatti, anche le aree urbane caratterizzate da performance economiche particolarmente positive presentano molteplici problemi, localizzati in determinati quartieri, che danno origine a fenomeni di polarizzazione tra centri e periferie con conseguente marginalizzazione e segregazione sociale di queste ultime (Vandecasteele et al., 2019).
La valorizzazione delle aree periferiche richiede risorse e investimenti il cui finanziamento può assumere due prospettive: top-down, quando i fondi sono di fonte nazionale e/o sovra-nazionale (es., comunitaria); bottom-up, quando i fonti derivano da risorse a disposizione degli enti locali (Gaster, 1996; Pissourios, 2014). In Italia, è utile rilevare come i recenti piani di investimento in tema di sviluppo urbano siano finanziati principalmente per mezzo di fondi europei e quindi identificabili some strategie di sviluppo di tipo top-down. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano prevede, ad esempio, interventi specifici per la riqualificazione e la riduzione dell’emarginazione e delle situazioni di degrado delle periferie delle città metropolitane, attraverso i Piani Urbani Integrati, per un ammontare totale pari a circa 2,7 miliardi di euro. I piani urbani finanziati complessivamente sul territorio nazionale ammontano a 31; per la città di Catania, caso esaminato del presente lavoro, ne saranno finanziati 2 per una cifra totale pari a circa 185,5 milioni di euro . A questo vanno aggiunti circa 272 milioni di euro derivanti dal Fondo Ripresa Resilienza Italia .
In un quadro di complessiva scarsità di risorse assegnate ai bilanci comunali, la pianificazione degli investimenti assume un ruolo cruciale nel processo di definizione delle politiche di sviluppo locale di tipo bottom-up. Di conseguenza, studiare i bisogni espressi e/o latenti dei potenziali beneficiari di progetti di sviluppo locale e, in particolare, dei giovani in età scolare oggetto del presente studio, può contribuire a identificare correttamente la domanda di beni pubblici da soddisfare. In questo modo, si può favorire la canalizzazione delle risorse (scarse) su progetti prioritari e potenzialmente ad elevato impatto sociale, al fine di sviluppare una strategia efficace per innescare processi di crescita economica e contrastare l’esodo di capitale umano qualificato verso le aree più ricche (Fratesi e Percoco, 2014).
In letteratura, il concetto di sviluppo locale si connota per la presenza di diverse dimensioni, che necessitano di essere contestualizzate sulla base dei luoghi e dei giudizi espressi dalla collettività in merito alle priorità da realizzare all’interno di ciascuna realtà locale (Storper, 1997; Pike et al., 2007). Infatti, le preferenze soggettive per i beni pubblici sono eterogenee a livello spaziale e generazionale, anche tra individui appartenenti ad una stessa comunità (Pike et al., 2007). Le periferie urbane rappresentano uno degli innumerevoli territori specifici che costituiscono una città e al loro interno interagiscono una molteplicità di agenti economici e sociali. Di questi sub-territori è necessario riconoscerne e comprenderne le potenzialità endogene. Il riconoscimento e la valorizzazione delle caratteristiche delle aree periferiche contribuiscono infatti non solo alla rigenerazione delle condizioni locali, ma anche alla riorganizzazione e allo sviluppo dell’intera città (Governa e Saccomani, 2004). Inoltre, le politiche di sviluppo delle periferie urbane possono essere influenzate dalla capacità di mobilitare le caratteristiche specifiche del capitale sociale di ciascuna sub-area favorendo, per esempio, strategie di cittadinanza attiva (Kearns, 1995).
L’obiettivo principale di questo contributo è fornire una rappresentazione delle preferenze estratte da un campione di studenti, tra gli undici e i quattordici anni, frequentanti le scuole secondarie di primo grado all’interno del quartiere di San Cristoforo a Catania e residenti nel medesimo con riferimento al fabbisogno percepito della fornitura di beni pubblici . Le risultanze del nostro studio sono utili per offrire evidenze empiriche al policymaker al fine di supportare la programmazione della spesa pubblica per la rigenerazione delle periferie, calibrandola sulla base delle esigenze riscontrate mediante delle preferenze rivelate in modo diretto e non veicolato attraverso questionari. In particolare, le interviste poste a soggetti in età scolare, come nella ricerca qui esposta, consentono di ricevere informazioni dirette da individui ancora in formazione e non condizionati da consuetudini e interessi specifici già presenti in fasce anagrafiche della popolazione più mature e occupate in attività lavorative. In tale ottica, la percezione dei giovani circa valori comuni quali le condizioni in cui versa il bene collettivo può costituire un meccanismo trainante di quell’insieme di azioni sociali, guidate da principi condivisi e finalizzate a scopi comuni, necessarie per avviare il processo di trasformazione sociale (Bryson et al., 2021). La discussione dei risultati, inoltre, è completata da alcune evidenze di contesto e un’interpretazione critica dei risultati.
Il lavoro si articola nel modo seguente. Nella Sezione 2, si presenta una sintesi del contesto economico e istituzionale di riferimento. La Sezione 3 presenta i dati e contiene la descrizione della metodologia. Nella Sezione 4 si discutono i risultati. La Sezione 5 conclude con l’individuazione di alcune implicazioni di policy.
- Contesto di riferimento
Dal punto di vista storico, la prima formazione del quartiere di San Cristoforo a Catania risale alla prima metà dell’800 con l’urbanizzazione dell’area interessata dalla colata lavica del 1669 e situata nella parte meridionale della città (Figura 1). Lo scopo di tale allargamento dell’area urbana consisteva nella creazione di nuovi spazi da destinare alle nascenti attività manifatturiere e proto-industriali e dare alloggio a coloro che sarebbero stati impiegati in tali attività.
Figura 1 – Il quartiere di San Cristoforo a Catania
Fonte: Google Maps
Nonostante le carenze strutturali come l’assenza di piani urbani e le precarie condizioni igienico-sanitarie derivanti dalla mancanza di acqua potabile, sistemi fognari e la vicinanza a zone paludose, il quartiere continua a popolarsi fino alla prima metà del Novecento, con un progressivo e significativo incremento delle attività economiche. Tale crescita si arresta a partire dagli anni ‘60, seguendo il progressivo declino delle attività produttive artigianali tradizionali che comporta la crescita della disoccupazione e agevola l’avanzare della criminalità organizzata. Il dilagare delle guerre di mafia negli anni ’70 e ’80 ha definitivamente messo il quartiere ai margini della progettualità cittadina fino agli anni ’90. Solo nei primi anni 2000 è stata avanzata qualche iniziativa di riqualificazione come il Piano Integrato San Cristoforo 2000 che ha portato alla realizzazione di interventi di manutenzione urbana e la creazione di alcune aree pedonali (Timpanaro, 2007; Arcidiacono et al., 2016; Maenza et al., 2021). I principali indicatori disponibili confermano, però, la situazione di degrado in cui ancora versa il quartiere. Consideriamo il tasso di inadempienza scolastica, ovvero il mancato conseguimento da parte dei minori del livello di istruzione obbligatorio. Come mostra la Tabella 1, si osserva una sostanziale differenza tra il quartiere di San Cristoforo (costituente quasi interamente il Primo Municipio) e gli altri quartieri della città[1]. In particolare, i dati provenienti dai Centri Multizonali relativi al tasso di inadempienza per l’anno scolastico 2021/2022, forniti dalla Direzione Famiglia e Politiche Sociali del Comune di Catania, mostrano dei valori intorno al 32% per il territorio del I Municipio (e del 39% per il territorio del V e VI Municipio, altre aree disagiata della città) contro il 4,5% delle aree più ricche[2].
Tabella 1 – Inadempienza scolastica nell’Anno Scolastico 2021/2022
Centro Multizonale | Area dei Municipi di competenza | Segnalazioni in valore assoluto | Segnalazioni (%) sul totale |
Centro Multizonale I | I Municipio | 185 | 32,63% |
Centro Multizonale II | II Municipio (in parte)
III Municipio |
26 | 4,59% |
Centro Multizonale III | II Municipio (in parte)
IV Municipio |
131 | 23,10% |
Centro Multizonale IV | V Municipio
VI Municipio |
225 | 39,68% |
Totale | Comune di Catania | 567 | 100% |
Nota: il Quartiere di San Cristoforo è compreso nel I Municipio. Fonte: elaborazione degli autori su dati della Direzione Famiglia e Politiche Sociali del Comune di Catania. I Centri Multizonali svolgono compiti relativi all’area dei servizi sociali, quali assistenza agli anziani e ai minori, erogazione di bonus assistenziali, attività di Centro di ascolto.
Tali differenze possono essere attribuite in grossa parte alle situazioni di disagio e alle criticità presenti nel quartiere in questione. Infatti, come riportato in letteratura, le differenze tra i singoli studenti sono spiegabili oltre che da fattori innati anche da quelli ambientali; tra questi, la condizione sociale ed economica delle famiglie di provenienza esercita un ruolo fondamentale (Marks et al., 2006). Inoltre, il rendimento scolastico è profondamente influenzato anche dal contesto extra-familiare (sociale e culturale) in cui gli studenti vivono, come è riscontrabile dalla circostanza per cui gli studenti delle scuole situate nei quartieri più poveri e svantaggiati ottengono risultati mediamente inferiori dei loro coetanei che frequentano le scuole situate nei quartieri più ricchi (Nieuwenhuis e Hooimeijer, 2016; Daniele, 2021).
Mentre le condizioni del contesto strettamente economico e familiare possono essere modificate da politiche di sviluppo socioeconomico nazionali e regionali, il miglioramento del contesto urbano in cui tali soggetti vivono, può essere perseguito attraverso l’attuazione di politiche locali che mirino all’utilizzo efficiente ed efficace delle risorse in dotazione agli enti locali, attraverso la corretta identificazione dei bisogni prioritari espressi dalla popolazione.
Al fine di inquadrare la ricerca all’interno delle caratteristiche del territorio in oggetto, si riportano alcune informazioni riferite ad aspetti istituzionali ed economici relativi al comune di Catania. In particolare, come riportato nella Tabella 2, sono stati raccolti dati su: aspetti demografici come la popolazione e la densità abitativa; aggregati macroeconomici locali (spesa pro-capite e reddito imponibile), risultati delle prove INVALSI[3] e numero di reati.
La città, essendo il Comune capoluogo di una delle 15 Città Metropolitane italiane, si caratterizza per essere un comune di grandi dimensioni demografiche, in termini di popolazione residente e densità abitativa, rispetto all’universo dei comuni italiani. Sulla base dei dati relativi al periodo 2000-2020, Catania presenta spese correnti e in conto capitale più basse rispetto alla media dei comuni italiani; inferiore è anche il reddito imponibile ai fini IRPEF (per circa il 20%). Per quanto riguarda le prestazioni scolastiche riportate dagli studenti a livello comunale, i dati INVALSI per gli anni scolastici dal 2012-2013 e dal 2016-2017 per il grado 8 (ovvero 3a secondaria di primo grado), mostrano come i risultati, sia in italiano che in matematica, siano più bassi rispetto alla media nazionale. Infine, il numero di reati si basa su dati provinciali relativi al periodo 2006-2020 e mostra come la Provincia di Catania registri un numero di reati che si attesta su livelli doppi rispetto alla media nazionale.
Tabella 2 – Statistiche descrittive a livello comunale e provinciale
Media Comuni (Provincie) Italiani | Catania | Fonte | |
Spesa c/capitale pro-capite | 571,92 | 189,69 | A |
(1315,504) | (212,63) | ||
Spesa c/corrente pro-capite | 1202,49 | 1150,17 | A |
(48682,87) | (130,59) | ||
Reddito imponibile pro-capite | 10907,63 | 8801,14 | B |
(4612,68) | (1523,19) | ||
Popolazione | 7.155,48 | 312.544 | C |
(40041,93) | (13869,33) | ||
Densità abitativa per km2 | 301,83 | 1.606,90 | C |
(637,44) | (0,00) | ||
Grado istruzione Sindaco | 14,58 | 18 | A |
(3,47) | (0) | ||
Sindaco uomo | 0,88 | 1 | A |
(0,33) | (0) | ||
Età Sindaco | 51,35 | 59,55 | A |
(10,19) | (6,24) | ||
Risultati Prove INVALSI – Italiano | 64,50 | 60,43 | D |
(15,69) | (14,81) | ||
Risultati Prove INVALSI – Matematica | 59,08 | 55,22 | D |
(16,88) | (15,91) | ||
Numero di reati | 24.733,56 | 49.398,53 | C |
(2.691,40) | (6.100,19) |
Nota: elaborazione degli autori su dati di A) Ministero dell’Interno B) Agenzia delle Entrate C) ISTAT D) Ministero dell’Istruzione e Merito. I dati relativi al numero di reati sono disponibili solo su base provinciale; tutte le altre grandezze sono misurate a livello comunale. La deviazione standard, riportata in paretesi per ciascuna variabile, misura, a livello nazionale, la dispersione dalla media della popolazione costituita dalla totalità dei comuni (province) italiani, per il Comune (Provincia) di Catania essa esprime una misura media della variabilità annuale.
Dato l’elevato peso specifico degli investimenti comunali all’interno dei processi di sviluppo locale, si riporta in Figura 2 l’andamento della spesa per investimenti comunali. Tale variabile si caratterizza per la presenza di un trend decrescente, causato principalmente dal taglio dei trasferimenti erariali e dai vincoli di spesa introdotti dal Patto di Stabilità Interno (Chiades e Mengotto, 2013), i cui vincoli sono stati allentati soltanto negli ultimi anni[4]. Più in dettaglio, dalla Figura 2 si evince come il comune di Catania si caratterizzi per un livello di spesa pro-capite in conto capitale inferiore rispetto all’andamento della media comunale nazionale.
Figura 2 – Andamento Spesa per investimenti a Catania negli anni 2000-2020 (euro pro-capite)
Fonte: elaborazione degli autori su dati estratti dai bilanci comunali forniti dal Ministero dell’Interno.
- Dati e metodologia
In questo studio si analizzano degli elaborati assegnati ai ragazzi delle scuole secondarie di primo grado situate nel quartiere di San Cristoforo a Catania[5]. L’indagine è stata condotta nell’ambito di un progetto finalizzato allo studio del territorio, promosso da una associazione di volontariato attiva nel quartiere[6]. Ai fini dell’analisi, gli elaborati presentati dagli studenti sono stati considerati come delle interviste self-completed, raccolte in quattro anni di riferimento – 2017, 2018, 2019, 2020 – per un totale di 99 elaborati[7] aventi ad oggetto aspetti negativi e positivi del proprio quartiere ed interventi suggeriti per il suo miglioramento. Nello specifico, il titolo dell’elaborato somministrato agli studenti è il seguente: “Descrivi il tuo quartiere. Cosa c’è di buono? Quali sono i suoi aspetti negativi? Cosa faresti per migliorarlo?”. Il campione è composto da un totale di 99 studenti: 46 maschi e 53 femmine, compresi tra gli undici ed i quattordici anni di età.
Seguendo la letteratura di experimental economics che dimostra come la metodologia del self-completion data porti a risultati di valutazione più realistici e affidabili delle face-to-face interview (Snowball e Willis, 2011), lo strumento del componimento di brevi elaborati con lo scopo di raccolta dati (assimilabile alla self-completion data survey) ha permesso agli intervistati/studenti di avere sia più tempo per rispondere con attenzione ai quesiti posti sia di utilizzare uno strumento, come il tema scolastico, già ampiamente conosciuto ed utile ad evitare l’insorgere di bias dovuti alla somministrazione di questionari specifici e troppo complessi in relazione alla giovane età delle unità statistiche analizzate. Inoltre, il coinvolgimento dei soggetti attraverso la normale attività scolastica ha evitato eventuali contaminazioni delle risposte che sarebbero potute insorgere in caso di realizzazione di eventi o iniziative specifiche finalizzate alla raccolta dati. Per esempio, sia l’eventuale previa partecipazione ad attività extra-scolastiche di sensibilizzazione e orientamento come cicli di seminari o gite scolastiche e la somministrazione di face-to-face interview avrebbero potuto influenzare le risposte degli studenti (i.e., yea-saying e warm glow effect)[8].
La partecipazione all’indagine è stata volontaria. La procedura è stata seguita dai docenti che hanno aderito spontaneamente all’iniziativa e, al fine di evitare di ingenerare effetti distorsivi, gli studenti sono stati preventivamente informati che gli elaborati non sarebbero stati in alcun modo oggetto di verifica o comportato risultati a fini scolastici, ma sarebbero stati esclusivamente inviati ad una associazione di volontariato, attiva nel quartiere, che li avrebbe raccolti per poi premiare successivamente quelli scritti nel modo più dettagliato, originale e corretto da un punto di vista grammaticale e di sintassi. Inoltre, tale sistema ha permesso ad ogni soggetto di individuare liberamente tutte le misure ritenute necessarie senza essere influenzato in alcun modo dall’intervistatore sulle aree di intervento oggetto di analisi.
Il tempo assegnato per la realizzazione degli elaborati è stato di circa trenta giorni ed è rimasto uguale in tutti gli anni in cui è stata svolta l’indagine. Inoltre, considerando che ogni anno la rilevazione ha interessato soltanto gli alunni degli ultimi anni della scuola secondaria di primo grado (i.e., seconda media e terza media), si può ragionevolmente ritenere che tutti i soggetti campionati presentassero un’età minima sufficiente per rispondere ai quesiti[9].
- Risultati
Sono state selezionate dai testi cinque macrocategorie di beni pubblici: area 1 – strutture ricreative (es. piazze, aree verdi, parchi giochi, biblioteche); area 2 – sicurezza (misure di contrasto all’illegalità); area 3 – nettezza urbana, riqualificazione aree degradate e decoro urbano (es. rimozione rifiuti, ristrutturazione/abbattimento strutture fatiscenti e pericolanti); area 4 – manutenzione stradale (rifacimento manto stradale e marciapiedi); area 5 – trasporto pubblico e viabilità (problematiche collegate al traffico veicolare).
Si noti che ogni studente poteva indicare liberamente tutti gli interventi richiesti, non essendo stato preventivamente informato delle aree di studio oggetto di analisi, né di un numero massimo di problematiche segnalabili; non sono state inoltre fornite indicazioni sul numero di parole minimo o massimo richiesto[10]. In questo modo, è stato possibile identificare le tematiche maggiormente di interesse e le aree di intervento su cui il decisore pubblico dovrebbe porre principalmente l’attenzione secondo l’opinione dei soggetti intervistati.
Come riportato in Figura 3, l’analisi dei dati mostra come le richieste di beni pubblici ritenuti maggiormente necessari siano attinenti all’area 2 (sicurezza) ed all’area 3 (pulizia e decoro urbano) con il 30% delle risposte ciascuna e all’area 1 (strutture ricreative) con il 26%.
Figura 3 – Percezione del bisogno di beni pubblici (in %)
Fonte: elaborazione degli autori sui dati della survey. Nota: area 1 – strutture ricreative; area 2 – sicurezza; area 3 – nettezza urbana, riqualificazione aree degradate e decoro urbano; area 4 – manutenzione stradale; area 5 – trasporto pubblico e viabilità
La giovane età dei rispondenti è coerente in qualche modo con una naturale propensione prioritaria verso gli interventi riguardanti la realizzazione o rigenerazione di strutture ricreative e luoghi di aggregazione. Nonostante questo, è possibile rilevare come l’interesse mostrato verso tematiche quali il contrasto alla criminalità e il decoro urbano evidenzi un quadro di soggetti già pienamente integrati e consapevoli delle criticità e delle carenze che riguardano i beni collettivi e beni pubblici. Anche la manutenzione stradale, con il 10% delle risposte, è un risultato che sottolinea attenzione verso il territorio da parte di soggetti non ancora nella possibilità di muoversi in piena autonomia sulla rete stradale. Infine, risulta prevedibile lo scarso interesse (5% delle risposte) verso tematiche inerenti alla viabilità, in quanto ritenibili meno preminenti rispetto all’età anagrafica dei rispondenti.
- Osservazioni conclusive
Lo scopo di questo contributo è stato presentare i risultati di un’analisi della percezione dei fabbisogni di beni pubblici rivelati dagli studenti del quartiere San Cristoforo a Catania. I risultati dell’indagine mostrano come riqualificazione urbana, sicurezza e strutture ricreative siano gli interventi pubblici ritenuti prioritari dagli studenti intervistati. Metodi d’indagine sul campo, come questionari e tecniche sperimentali – in coerenza con un modello di sviluppo locale partecipativo e dal basso (bottom-up) – possono fornire al policy-maker indicazioni sulle “preferenze” e le necessità dei residenti, al fine di indirizzare risorse per interventi di riqualificazione urbana.
Future ricerche potrebbero approfondire altre tematiche collegate allo sviluppo locale, sia coinvolgendo diverse fasce anagrafiche della popolazione sia valutando interventi capaci di incentivare gli operatori privati a investire risorse economiche nei quartieri economicamente in difficoltà, piuttosto che in aree cittadine più abbienti. Un altro possibile tema di interesse potrebbe riguardare l’analisi della percezione della criminalità tra gli studenti all’interno delle aree urbane a rischio.
Ringraziamenti
Si ringrazia l’Associazione Unione Ex-allievi Don Bosco Salette – Catania.
Le opinioni espresse ed eventuali errori sono imputabili esclusivamente agli autori.
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[1] Il Comune di Catania, in quanto Città Metropolitana, presenta un piano di decentramento urbano che si articola con la ripartizione del territorio in 6 Municipi. Secondo dati aggiornati al 2018, il I Municipio ha una popolazione di 56.754 abitanti corrispondente a circa il 18% della popolazione catanese (311.620 abitanti).
[2] I Centri Multizonali svolgono compiti relativi all’area dei servizi sociali, quali assistenza agli anziani e ai minori, erogazione di bonus assistenziali, attività di Centro di ascolto, e sono organizzati in modo da comprendere quattro aree della città. Nel dettaglio, il territorio di San Cristoforo, oggetto del presente studio, è di competenza del Centro Multizonale n°1 che corrisponde esattamente al territorio costituente il I Municipio.
[3]Agasisti e Vittadini (2012), utilizzando i dati a livello nazionale dei test INVALSI in matematica relativi all’anno scolastico 2008/2009 per gli studenti del grado 8 (ovvero 3a secondaria di primo grado), trovano che le differenze socio-economiche a livello regionale impattano sulle performance, con gli studenti delle zone più ricche (Nord Italia) che riportano in media punteggi migliori di quelle più povere (Sud Italia). In particolare, tali differenze educative portano a crescenti differenze nello sviluppo economico, che a loro volta aumentano i divari regionali.
[4] Per un’analisi dettagliata sugli effetti del Patto di Stabilità Interno sui principali aggregati di finanza pubblica locale si veda Grembi et al. (2014).
[5] Il quartiere si compone dei seguenti rioni: Salette, Angeli Custodi, Acquicella, Fortino, Cappuccini, Tondicello della Plaia.
[6] La somministrazione e la raccolta degli elaborati (testi integrali in Maenza et al., 2021) è stata commissionata da parte dell’Associazione Unione Ex-allievi Don Bosco Salette – Catania, operante nel quartiere di San Cristoforo ed ha interessato in totale quattro scuole (I.C. Cesare Battisti, I.C. Statale Coppola, I.C. Statale Dusmet-Doria, I.C. Livio Tempesta).
[7] Il numero di interviste raccolte sotto forma di brevi temi è stato: 18 nel 2017, 25 nel 2018, 31 nel 2019, 25 nel 2020
[8] Gli effetti “yea-saying” e “warm glow” possono sorgere qualora il rispondente non voglia sentirsi a disagio nei confronti dell’intervistatore a causa delle risposte date (Snowball e Willis, 2011). Entrambi questi effetti sono collegati alla volontà da parte dell’intervistato di mostrarsi attento a cause e problematiche sociali al fine di riceverne soddisfazione morale.
[9] È stato inoltre opportunamente controllato che nessun soggetto abbia partecipato più volte all’indagine in esame.
[10] Tale circostanza ha comportato che un soggetto ha segnalato problematiche afferenti a tutte le cinque aree di intervento; due soggetti non hanno invece riscontrato alcuna criticità rilevante ai fini della analisi presentata.