I vantaggi del PPP. Per i comuni italiani, spettatori di una riduzione dei propri spazi di manovra, il mercato del partenariato pubblico privato (PPP) si configura come un’opportunità per sostenere il proprio fabbisogno di investimenti. Il PPP ha il vantaggio, infatti, di configurarsi come una possibilità di incontro tra interessi e risorse di soggetti pubblici e privati, che insieme amplificano le potenzialità di investimento, incentivano la qualità progettuale e facilitano l’individuazione delle opere prioritarie per cittadini e territori.
Le opere pubbliche dei comuni in PPP. Tra il 2002 ed il 2017, i comuni sono i primi committenti di bandi[1]: su un totale di 31.865 bandi di gara PPP registrati a livello nazionale (si considerano tutti i committenti), l’81% dei bandi è in capo ad amministrazioni comunali[2]. Il valore dei bandi PPP 2002-2017 dei comuni è pari a oltre 35 miliardi di euro, il 39% dell’intero mercato PPP che vale 92,5 miliardi di euro. Tale percentuale ammonta al 32% nel caso delle concessioni di lavori e al 50% nel caso delle concessioni di servizi.
Nell’intero periodo 2002-2017, grazie al PPP, i comuni sono di fatto riusciti ad alimentare in media il 12,3% delle proprie opere pubbliche (OO.PP.), andando a “coprire” circa un terzo (31,4%) del valore di quest’ultime. Tali dati dimostrano come il PPP non sia più interpretabile come una modalità residuale di aggiudicazione delle opere pubbliche, bensì trovi uno spazio sempre più importante nelle scelte comunali, rappresentando in media nell’ultimo triennio il 57% del valore delle opere pubbliche messe a gara.
I comuni committenti. Il PPP rappresenta un elemento costante, a livello nazionale, nelle policy finanziarie e infrastrutturali dei comuni: il 67% di questi ha attivato infatti almeno una iniziativa PPP tra il 2002 ed il 2017. Tuttavia, le principali differenze relative al livello di coinvolgimento delle amministrazioni comunali nel ricorso al PPP si rilevano analizzando gli enti per numero di abitanti: nei sedici anni analizzati, tutti i comuni con più di 20mila abitanti sono stati infatti committenti almeno una volta di un bando PPP, mentre solo il 44% dei comuni con meno di 2.000 residenti si è affacciato a tale mercato.
I comuni calabresi che tra il 2002-2017 sono ricorsi almeno una volta a tale mercato sono il 59% degli enti della regione, con 988 bandi del valore di 1,13 miliardi di euro, il 3% degli importi dei bandi PPP con comuni committenti.
Alcuni limiti. Nonostante la vivacità di questo mercato potenziale e alternativo per gli investimenti dei comuni, il PPP non è immune da problematiche di contesto e specifiche della partnership. Ad esempio ritardi, contenziosi e instabilità politica e programmatica possono incrementare i costi, rendere non più conveniente l’iniziativa, o determinarne addirittura il fallimento.
Ulteriori criticità emergono nell’allocazione dei rischi tra partner pubblico e privato: operazioni di PPP costruite in modo poco accorto dalla PA possono risultare squilibrate a favore dei privati e svantaggiose per le amministrazioni. Di fatto il PPP è un ambito complesso e ad elevata specializzazione. Richiede professionalità “ad hoc” con la giusta esperienza, di cui a volte la PA non dispone o non dispone in misura sufficiente.
Possibili soluzioni. Per accrescere le potenzialità del mercato PPP le strade possibili sono numerose. In primis si può agire su un miglioramento della capacità amministrativa e delle competenze tecniche degli enti concedenti, al fine di garantire lo svolgimento di una efficace ed efficiente funzione di programmazione, progettazione, valutazione e controllo. Altrettanto importante è la capacità di dialogare con le controparti, innescare processi partecipati, sviluppare analisi dei fabbisogni e valutare infine il progetto vagliando tutte le alternative possibili, al fine di dimostrare che il PPP garantisca effettivamente il miglior rapporto costi/benefici tutelando l’interesse pubblico. A livello di sistema è sicuramente cruciale poter far riferimento ad una normativa più stabile e meno frammentata, con la previsione di un congruo periodo transitorio della disciplina e una costante azione di assistenza e formazione del personale.
(*) Le opinioni espresse hanno carattere personale e non impegnano in alcun modo la responsabilità dell’Istituto di appartenenza.
[1] Fonte: elaborazione IFEL-Dipartimento Studi Economia Territoriale su dati infoppp.it, anni vari.
[2] IFEL, “La dimensione comunale del Partenariato Pubblico Privato – Seconda edizione – 2018”.
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