Utilizzando alcuni recenti dati pubblicati dall’ISTAT, questa nota mostra come il sistema calabrese delle aziende agrituristiche offra limitati servizi ai clienti (diversi dalla ristorazione e dall’alloggio). Rispetto a tutte le altre regioni Italiane, gli agriturismi calabresi sono de-specializzati in tutte le attività considerate (equitazione, escursionismo, trekking, mountain bike, punti di osservazione naturalistica, fattorie didattiche). Si tratta di un divario che condiziona la redditività degli investimenti e impoverisce l’idea di multifunzionalità in agricoltura.
Nel 2019 in Italia sono presenti 24576 aziende agrituristiche (+4,1% rispetto al 2018). Di queste, 579 sono localizzate in Calabria (589 nel 2018; -1,7%). In base alla loro distribuzione per zona altimetrica, in Calabria 201 aziende sono in montagna, 349 in collina e 29 in pianura. I dati del settore calabrese indicano che 512 agriturismi hanno alloggi, 468 offrono servizi di ristorazione, le attività di degustazione sono offerte da 164 aziende e in 449 agriturismi è possibile svolgere altre attività (quali, per esempio, trekking, escursionismo).
Il potenziale ricettivo del sistema regionale delle aziende agrituristiche conta su 12202 posti a sedere, mentre i posti letto sono 7034. Gli indicatori della dimensione media degli agriturismi calabresi indicano che i posti a sedere sono circa 26 per azienda, mentre i posti letto sono poco meno di 14 per azienda. Rispetto alla media nazionale, gli agriturismi in Calabria sono in media simili a quelli Italiani per quanto riguarda i posti letto, mentre sono molto più piccoli quando si considerano i dati medi della ristorazione (in Italia i posti a sedere in media sono 40 per azienda). Da notare i valori elevati degli agriturismi in Sardegna (70 posti a sedere per azienda), Veneto (60) e in Friuli Venezia Giulia (54).
Se la ristorazione e l’alloggio sono i servizi base offerti dagli agriturismi, è indubbio che il sistema di offerta si sta modernizzando al fine di rendere più efficace il ruolo delle aziende agrituristiche rispetto alla multifunzionalità in agricoltura. In questa direzione, molte aziende stanno diversificando l’offerta di servizi. Per esempio, in Italia si può fare equitazione in 1412 aziende agrituristiche (l’11% del totale in figura 2), escursionismo in 3115 (25%) agriturismi, osservare la natura con specifici postazioni in 1418 aziende (12%), fare trekking e mountain bike in 1608 e 1623 aziende rispettivamente (13%). Le fattorie didattiche in Italia sono 1715, corrispondenti al 14% del totale nazionale delle aziende agrituristiche. In 1747 agriturismi è possibile seguire corsi (14%), in altre 3597 aziende è possibile praticare sport diversi (29%). In Calabria, l’equitazione si può praticare in 45 aziende, l’escursionismo in 43, mentre solo 7 aziende hanno dei punti di osservazione naturalistica. Il trekking è offerto da 13 aziende calabresi, mentre 15 sono gli agriturismi che offrono la possibilità di fare mountain bike. Le fattorie didattiche sono 16 e in 11 aziende è possibile seguire corsi di varia natura, così come in 26 aziende è possibile praticare sport. In termini, relativi, la figura 2 mostra come in Calabria le aziende agrituristiche con attività diverse dalla ristorazione e dall’alloggio siano meno frequenti rispetto al dato nazionale.
Una sintesi delle differenze regionali sulle diverse opportunità offerte dalle aziende agrituristiche è rappresentata in figura 3. Si tratta di un indicatore di specializzazione degli agriturismi. Un valore dell’indice maggiore (minore) dell’unità indica che, rispetto ai dati nazionali, in quella regione il settore agrituristico è specializzato (despecializzato) in quella specifica attività.
Com’è possibile osservare, la Calabria nel 2019 registra valori inferiori all’unità in tutti servizi indicando che la presenza relativa delle attività offerte dagli agriturismi calabresi è sempre più bassa di quella che si ha in Italia. La figura 3 mostra come in alcuni casi esista una significativa specializzazione settoriale delle aziende agrituristiche di particolari regioni. E’ il caso della Campania, dove le aziende agrituristiche registrano un’elevata specializzazione nel segmento dei punti di osservazione naturalistica, la cui presenza è sei volte superiore a quella nazionale. Elevata è anche la specializzazione nel settore del trekking offerto dagli agriturismi campani. E’ utile evidenziare l’elevato valore (4,89) della specializzazione della Sardegna per quanto riguarda i punti di osservazione naturalistica. In Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto le aziende sono relativamente specializzate nel segmento delle fattorie didattiche. Da evidenziare come il sistema degli agriturismi della Basilicata sia specializzato in ciascuna delle attività considerate, con valori della specializzazione compresi tra 2 (escursionismo, corsi vari e sport vari) e 3 (equitazione, osservazioni naturalistiche, trekking, mountain bike e fattorie didattiche).
La sintesi che si può trarre dall’analisi di questi dati è che in Calabria il settore delle aziende agrituristiche è ancora prevalentemente dipendente dalla ristorazione e dalle potenzialità offerte in termini di alloggi. L’offerta di attività “alternative” è bassa e questo condiziona la capacità degli agriturismi sia di diversificare le fonti di reddito aziendale sia, soprattutto, di dare contenuti all’idea della multifunzionalità che, in agricoltura, è un valore.